Pesce Pagliaccio

Pesce Pagliaccio

Un legame che è uno spasso

I pesci pagliaccio hanno una grande notorietà – soprattutto tra bambini e ragazzi – grazie al film d’animazione “Alla ricerca di Nemo” in cui sono i protagonisti.

Anche i loro colori sgargianti ed il fatto che vivono in simbiosi con le anemoni fanno si che questi animali siano tanto amati dal pubblico. Il loro nome è dovuto alle loro livree molto colorate, tendenti al rosso-arancio e striate di bianco o nero.

La particolarità per cui sono conosciuti i pesci pagliaccio è la simbiosi con alcune specie di anemoni e di attinie: questi pesci, infatti, trovano rifugio tra i tentacoli dell’anemone, dalle cui punture sono immuni grazie al muco che ricopre il loro corpo, proteggendosi così dai predatori.

Ricambiano “l’ospitalità” portando parte del cibo che catturano proprio tra i tentacoli dell’anemone.

Questi animali sono diffusi nel Mar Rosso, Oceano Indiano e nel Pacifico. Solitamente sono territoriali, tuttavia molte specie vivono in piccoli gruppi su uno o più anemoni contigui, viste le piccole dimensioni di questi pesci.

Simbiosi, cosa significa?

Per simbiosi in ecologia si intende un'interazione biologica piuttosto intima, di lungo termine, fra due o più organismi (anche se in senso lato, indica una qualsiasi interazione fra organismi).

Le interazione influiscono sulla densità delle popolazioni, e quindi possono essere positive (+) se l'aumentano, negative (-) se la diminuiscono e neutrali (0) se né l'aumentano né la diminuiscono.

La simbiosi in natura può essere divisa in due distinte categorie: ectosimbiosi e endosimbiosi.

Nell'ectosimbiosi il simbionte vive sulla superficie corporea dell'ospite, compresa la superficie interna del dotto gastrico o di dotti delle ghiandole esocrine.

Nell'endosimbiosi il simbionte vive nello spazio intracellulare o intercellulare dell'ospite.

La simbiosi, specialmente l'endosimbiosi, permette in genere di acquisire nuove funzioni sia metaboliche (fotosintesi, azotofissazione, chemiosintesi, degradazione della cellulosa) che non metaboliche (Luminescenza, protezione da agenti chimici, fisici, biologici).

In effetti, mutualismo, parassitismo e commensalismo non sono categorie distinte di interazione e dovrebbero essere piuttosto percepite come un continuo di interazioni che variano dal mutualismo al parassitismo. L'orientamento di una interazione simbiotica può cambiare durante il corso della vita dei simbionti a causa di variazioni nello sviluppo o anche per cambiamenti dell'ambiente nel quale l'interazione avviene.

In alcuni casi, il termine simbiosi viene usato solo se l'associazione è obbligatoria e beneficia entrambi gli organismi. La simbiosi come viene definita in questo articolo non restringe il termine alle sole interazioni mutuamente benefiche.

La simbiosi può essere ciclica o permanente.

Si parla di simbiosi ciclica quando i due partner devono attivare l'associazione ad ogni ricambio generazionale. In questo caso avremo uno scambio di segnali chimici per il riconoscimento (o per ingannare l'ospite, in caso di una parassitosi), poi vari tipi di controllo genomico e metabolico che permettono di attivare le funzioni della simbiosi. Le piante e i funghi instaurano questo tipo di simbiosi.

Si parla invece di simbiosi permanente quando il simbionte vive esclusivamente in associazione con l'ospite. In questo caso il simbionte viene trasmesso verticalmente, cioè di generazione in generazione, spesso per via "materna", cioè nella cellula uovo. In questo caso le modificazioni genomiche e funzionali sia dell'endosimbionte che dell'ospite sono talmente elevate che essi non possono più vivere al di fuori della simbiosi.

L'evoluzione da un organismo che presenta una simbiosi permanente, può portare al facile riconoscimento di gruppi monofiletici (che hanno un'unica origine evolutiva), i quali presentano tutti o quasi tutti associazioni simbiotiche obbligate. Spesso si può anche notare una stretta coevoluzione tra i discendenti dei due partner. Molti animali hanno questo tipo di simbiosi soprattutto con funghi e batteri.


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